domenica 21 settembre 2014

Ebola, facciamo chiarezza.

Un colpo di tosse, occhi iniettati di sangue ed uno stato di non perfetta salute; solo cosi posso descrivere il passeggero al mio fianco durante il volo di rientro in Italia.
L'amico viaggiatore credo si sia subito accorto dei miei bizzarri comportamenti: aria condizionata al massimo (anche se il velivolo era già fresco di suo) per evitare sudate non gradite;  innalzamento progressivo di una barriera invisibile, in modo da evitare anche il più piccolo contatto ed un rigoroso ed imbarazzante silenzio assoluto.
Oggi, con il senno del poi, mi son reso conto di essermi comportato da perfetto idiota e, probabilmente, aver fatto anche la figura del razzista di turno perché si, come avrete capito, il mio vicino di sedile era una signora di colore sulla sessantina.
Mai avrei immaginato di farmi condizionare dai media e dai continui falsi positivi, che corrono inarrestabili al ritmo di conga su blog e social network, ma la paura della pandemia ha infettato più dell'epidemia in corso.
Il 26 marzo 2014 l'Istituto Pasteur di Lione, Francia, ha individuato il ceppo virale dello Zaire ebolavirus come scatenante dell'epidemia iniziata in Guinea, e diffusa ufficialmente ad oggi in Liberia, Sierra Leone e Nigeria.
L'ebola è un virus estremamente aggressivo per l'uomo, causa una febbre emorragica potenzialmente mortale che viene accompagnata da diversi sintomi: febbre, vomito, diarrea, malessere generalizzato ed in alcuni casi emorragia interna ed esterna. Il suo tasso di mortalità varia dal 50% all' 89%, la sua diffusione avviene solo per contatto diretto col sangue o con altre secrezioni corporee, attualmente non è ancora stato sviluppato un vaccino e non esiste una cura efficace.
L'epidemia del 2014 è la più grave epidemia di ebolavirus della storia, sia per il numero dei contagi che per il numero dei decessi registrati.
I cittadini europei hanno iniziato a preoccuparsi per una possibile espansione della malattia oltre i confini del continente africano, ma queste preoccupazioni sono reali o frutto di un sistema mediatico poco chiaro?
Chi pensa che sia difficile ottenere una risposta si sbaglia di grosso; l'ebola, anche se ha raggiunto delle capitali, ha colpito paesi estremamente poveri ( il 47% della popolazione Guineana vive con un reddito sotto la soglia di povertà ) e l'ipotesi che qualche infetto riesca ad imbarcarsi per raggiungere qualche paese europeo è veramente remota, in più il suo elevato tasso di mortalità e la sua altissima e velocissima attività debilitante riducono, drasticamente, le probabilità che un malato possa andare in giro e diffondere il contagio.
In Africa occidentale il virus è riuscito a prendere piede grazie a due fattori: la povertà, e tutto quello che ne consegue ( assenza di strutture sanitarie, numero esiguo di personale preparato, l'utilizzo di aghi non sterili e la mancanza di materiale di sicurezza); ed il comportamento umano.
Se al primo fattore non c'è rimedio sul secondo dovremmo soffermarci per un'analisi più accurata; mentre le popolazioni colpite continuano con le loro usanze funebri ( lavano e toccano i cadaveri, più volte prima e durante il rito), in alcune zone le persone non credono all'esistenza dell'ebola ed in altre sono nate dicerie in cui gli ammalati verrebbero uccisi dai medici stranieri ( questo soprattutto in Liberia dove un commando armato ha fatto fuggire 29 malati in isolamento da una clinica in cui erano ricoverati "Corriere della sera, Caos Liberia" ) i leader mondiali degli stati altamente equipaggiati sembrano essere entrati in uno stato catatonico, fino ad oggi hanno fatto poco e quel poco che hanno fatto è servito ancora meno.
Il 25 settembre si terrà un'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per discutere l'emergenza ebola, dalla quale dovrà emergere un piano di invio di risorse di difesa militare e civile.
Una risposta tuttavia tardiva che dimostra come la comunità internazionale abbia "sottovalutato" l'epidemia, che nel frattempo rischia di esplodere nei paesi limitrofi e trasformarsi da un'emergenza sanitaria ad una vera e propria crisi umanitaria ed economica.

Nessun commento:

Posta un commento