martedì 23 settembre 2014

"God save the Queen" canta metà Scozia.... l'altra metà la vorrebbe morta.

Il terremoto politico nel Regno Unito sembra essere passato senza gravi conseguenze. Better togheter e gli altri gruppi unionisti, anche se di poco, rappresentano la maggioranza e sono espressione del popolo scozzese; il primo ministro Cameron ed Elisabetta II possono finalmente rilassarsi e gustarsi il loro amato tè delle 17:00.
Il territorio scozzese è da sempre una spina nel fianco per tutti i regnanti Inglesi, un'ipotetica vittoria secessionistica avrebbe condotto il Regno Unito ad affrontare la sua più grande crisi d'identità nazionale dal 1707 ad oggi. Seguendo le orme del cammino scozzese gruppi irlandesi e gallesi avrebbero iniziato a reclamare maggiore autonomia, fino ad un probabile collasso di tutto il Regno.
La Scozia ha una storia antichissima, i primi insediamenti umani hanno avuto origine poco dopo la fine dell'ultimo periodo glaciale. I Romani non furono in grado di sottomettere le tribù della Caledonia ( i romani chiamavano cosi la Scozia), ed il Vallo di Adriano (patrimonio UNESCO dell'umanità) è quel che rimane dei tre secoli di continui tentativi( 84-410 dc)
Nell'843 fu fondato il Regno di Scozia(843-1707) ed alla fine del 1200 ci fu la prima invasione e la conseguente annessione all'Inghilterra (1296-1304). La resistenza scozzese sfociò in una vera e propria guerra d'indipendenza (1304-1328), le popolazioni scozzesi sconfissero il Regno nemico e la Scozia mantenne il suo status di Regno autonomo. Dopo solo 4 anni di pace il Regno d'Inghilterra tentò la riconquista del territorio scozzese, le azioni belliche Inglesi condussero il Regno di Scozia ad affrontare la sua seconda guerra d'indipendenza (1332-1357). Il contemporaneo scoppio della guerra dei cent'anni (1337-1453) costrinse il Regno d'Inghilterra a lottare su due fronti: da un lato la fortissima resistenza dei clan delle Highlands scozzesi, dall'altro la guerra con il Regno di Francia. Nel 1356 il Regno d'Inghilterra rinunciò definitivamente all'annessione del trono scozzese.
Nel 1707 il parlamento scozzese ed il parlamento inglese votarono, in comune accordo, la fusione dei due regni dando vita al Regno di Gran Bretagna. La sede del nuovo governo e del parlamento unificati fu Londra.
Il Regno di Scozia prese questa decisione per la terribile stagnazione economica che si verificò all'inizio del XVIII secolo. L'unificazione dei regni portò dei profondi cambiamenti alla storica cultura scozzese: leggi mirate a demolire l'identità culturale, la feroce repressione dei clan delle Highlands e le confische terriere costrinsero gran parte della popolazione ad abbandonare le zone rurali, cercando lavoro e fortuna nelle nascenti industrie scozzesi.
Durante il 1800, grazie all'aiuto degli scrittori, la cultura ed il folklore represso riprendevano vita pian piano. Le gesta degli eroi scozzesi durante le guerre d'indipendenza (William Wallace, Robert Bruce) ribollivano nel sangue del popolo tradito e, sebbene le terre delle Highlands rimanevano una regione povera in mano a famiglie scozzesi, affiliate alla nobiltà inglese, al loro interno nacque un movimento unitario visto solo durante i periodi di resistenza. Gli affittuari terrieri, dopo un periodo di forti violenze, riuscirono a strappare al governo britannico il possedimento della loro terra ed il diritto a lasciarla in eredità.
La fine della grande guerra e l'inizio della grande depressione diede alla luce una nuova ondata di nazionalismo, nel 1934 fu fondato lo Scottish National Party (SNP) e la sua strategia fu quella di sfruttare ogni possibilità all'interno del sistema politico in vigore, per ottenere una più ampia autonomia possibile. Il primo seggio alla camera dei comuni lo ottenne nel 1945, nel '74 diventarono 11 e contemporaneamente al fenomeno nazionalista si affiancarono gruppi armati radicali come lo Scottish National Liberation Army.
Nel 1997, grazie al progetto di piccola autonomia ideato dal governo laburista, la Scozia ottenne la costituzione di un parlamento autonomo al quale seguì un secondo referendum, che concesse al parlamento scozzese un limitato potere di imposizione fiscale.
L'SNP, guidato da Alex Salmond, divenne nel 2007 il maggiore partito scozzese ed ottenne la maggioranza relativa al parlamento. Le elezioni europee e scozzesi, rispettivamente 2009 e 2011, consacrarono il Partito Nazionale Scozzese ed il loro risultato fu strabiliante: ottennero 2 europarlamentari e sancirono il primo governo a maggioranza assoluta.
Il 15 ottobre del 2012 il primo ministro inglese, Cameron, ed il primo ministro scozzese, Salmond, firmarono l'accordo per la consultazione referendaria sull'indipendenza scozzese.
Dopo 307 anni dall'Atto di Unione il popolo scozzese ha deciso di continuare il suo percorso all'interno del Regno Unito; il primo ministro Cameron ha garantito che nelle prossime settimane inizieranno le trattative con i leader politici scozzesi mentre maggiori (e preoccupanti) richieste di autonomia giungono da Galles ed Irlanda del Nord.
Che Dio salvi la regina perché la battaglia con l'indipendenza scozzese non sembra essere finita qui.



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