martedì 23 settembre 2014

Renzi, The Italian Job.

Le elezioni europee del 2014 tornano a dare manforte al premier Renzi.
La crisi economica non trova soluzione, ed i governi cercano delle nuove idee e strategie per rilanciare l'economia dei propri paesi.
Anche noi Italiani ci stiamo provando, ed il nostro Presidente del Consiglio ha studiato una strategia formidabile:

  1. Innovativa apertura alla cultura anglosassone, un'ottima prova di inglese fluente alla Digital Venice.
  2. Selfie; è la parola e l'azione del momento, tutti la usano e tutti li fanno. Il modo migliore per convincere i giovani della bontà delle sue idee. Un metodo per far capire allo stivale che lui c'è, è presente anche nei social network e trova anche il tempo di condividere il suo bel faccione con tutti noi (salvo cancellare quelle venute male e caricate per sbaglio; ma d'altronde chi è senza peccato scagli la prima pietra).
  3. Dai primi giorni dal suo insediamento ha iniziato a far capire il cambio di rotta dell'Italia, l'uomo con le palle è finalmente arrivato. E' l'inizio di una nuova alba per la nostra nazione: sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione entro 17 giorni dall'insediamento, scadenza trasformata entro Luglio e termine ultimo fissato alla data del 21 settembre 2014 ( pari a 68 miliardi di euro); piano per l'edilizia scolastica da 3,5 miliardi di euro; riforma della legge elettorale entro maggio: "se arriviamo al 25 maggio senza aver fatto la legge elettorale non andiamo da nessuna parte";  la crescita del paese fissata nel DEF è pari allo 0.8% ma il  premier, sfidando se stesso, annuncia: " ma quale mezzo punto, possiamo crescere del 2%"; la riforma del lavoro con d.l. Poletti e il Jobs Act.
Dei tre punti della strategia solo i primi due sono quelli portati a casa, col massimo del punteggio, dal nostro primo ministro.
Il terzo, fondamentale per le sorti del paese, sembra essere solo propaganda, tweet, hashtag e re-tweet.
I debiti della pubblica amministrazione non sono ancora stati saldati: ai creditori(alle aziende) sono stati versati solo 31,3 miliardi di euro a fronte dei 38 finanziati ai debitori (Stato, Regioni, Provincie e Comuni). Meno della metà (Comunicato Ministero Economia e Finanaze).
Il piano per l'edilizia scolastica fissato a 3,5 miliardi di euro si ferma a poco più di 1,0 miliardo di euro (Comunicato Governo edilizia scolastica).
Il 25 maggio è passato, della legge elettorale non s'intravede nemmeno l'ombra. L'ultimo vertice è avvenuto il 17 settembre 2014 e sembra ( è il 4°) essere quello definitivo per dare il via libera alle manovre(Vertice Renzi-Berlusconi, riforma elettorale).
La crescita del 2,0% auspicata dal Presidente è stata prima ridimensionata dallo stesso Matteo, poi ad Agosto è arrivata la batosta dall'Istat: non solo non abbiamo raggiunto l'obiettivo dello 0,8% presentato nel Documento di Economia e Finanza, registriamo bensì un valore pari al -0,2% nel II trimestre rispetto al primo, chiuso in precedenza con un valore negativo dello 0,1%. Non cresciamo signori, siamo nel pantano, la nostra economia è in recessione (Crescita II trimestre 2014).
La riforma sul lavoro sembra essere l'ultimo baluardo difensivo; Renzi sbandierando lo strepitoso risultato ottenuto alle europee e sostenendo che l'Italia ha un bisogno assoluto di questa manovra, si gioca la permanenza a palazzo Chigi ed è, come ha dichiarato, pronto ad andare contro tutte e tutti.
La modifica all'art. 4 con l'introduzione del contratto a tutele crescenti (eliminazione, per i primi 36 mesi, della possibilità di reintegro in caso di licenziamenti senza giusta causa  ( di fatto annullamento per 3 anni dell'articolo 18 per i neo-dipendenti) tranne per i casi di discriminazione e l'introduzione di un indennizzo fino a 24 mesi, da corrispondere al lavoratore in caso di licenziamento anticipato) sta mettendo a dura prova l'esecutivo, la sua maggioranza al Senato e ha creato fortissime tensioni all'interno del Partito Democratico. Il Jobs Act ha riattivato i dormienti sindacati ( che sembrano agitarsi solo quando si parla di art.18 dello statuto dei lavoratori): la Cisl apre alla riforma: Bonanni chiede però la cancellazione di tutte le forme di " flessibilità selvaggia"; la Camusso, leader Cgil, promette battaglia e la Fiom-Cgil ha già fissato al 18 di Ottobre la prima manifestazione a Roma.
La tensione sociale si alza di un livello e Renzi, forse, avrebbe fatto meglio a restare in quel di Firenze, perchè ora rischia di trasformarsi in Charlie Croker, ritrovandosi alla guida di una banda pronta a compiere l'ennesimo colpo all'italiana.
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